sabato 24 aprile 2010

LACERTI AL GRATIN


Il lacerto è un pesce appartenente alla famiglia degli sgombri.
E' un pesce cosiddetto "povero" in quanto non molto ricercato ma,dico io, ricco eccome!!!!

Ha carni morbide e bianche, un alto contenuto di vitamine e sali minerali e......sopra ogni altra considerazione, è ricco di acidi grassi omega tre......ssi proprio quelli che abbassano il diabolico colesterolo e fanno tanto bene al sistema cardiovascolare!!!!
E volete che in casa mia possa mai mancare un tesssoro così?


Ecco cosa ,ieri sera, mi ha portato Fra......belli freschissimi....e allora come renderlo anche super appetitoso?
Il lacerto fresco ha davvero dei colori bellissimi quasi metallizzati



Belli vero?

Ora il mio compito è quello di rendere questo pesce "povero" gustoso pur senza alterare la semplicità che comporta un pesce del genere e soprattutto contenere le calorie!!!!!!
Altrimenti gli acidi grassi omega tre si fanno benedire

Li ho decapitati, eviscerati e aperti in due con un buon coltello da cucina






INGREDIENTI

3 lacerti
pan grattato q.b.
buccia di limone grattugiata
prezzemolo tritato
poco aglio tritato
pezzetti di limone
sale
pepe
olio evo


Sul fondo della teglia da forno dove cuocere i pesci,mettere un filo d'olio,una grattatina di buccia di limone e aglio tritato.
Disporre i pesci e condirli con: pangrattato, prezzemolo,qualche pezzettino di limone,sale pepe e olio.







Cuocerli in forno già caldo alla massima temperatura per 15 minuti o finchè la panatura diventa leggermente dorata.
Non vanno cotti molto altrimenti risultano asciutti.








Poca spesa ....ottimo piatto...così mi piace!!!!!

mercoledì 21 aprile 2010

LA RUCHETTA DELLA CAMPAGNA...PASTA,RUCHETTA POMODORINO E RICOTTA DURA DELLA MURGIA

 Oggi splende il sole da stamattina!!! Finalmente...questa primavera altalenante non ne vuole sapere di piantare le tende sul nostro belpaese!!!! E pare che ancora gironzolerà per altri lidi nei prossimi giorni!
Intanto io sempre più Violadipendente vado su e giù con la piccolina razziando a più non posso ogni attimo di sole ed aria profumata!
E tornano in mente le scorazzate giovanili di questo periodo dell'anno quando spensierata potevo allora ,per piacere,come ora,per dovere,fare lunghe passeggiate ......
Da giovane (hei..ma lo sono ancora che credete!!!!), anzi diciamo da ragazza  (va che è meglio!!) ogni pomeriggio di sole era occasione con mia sorella e le mie zie,lasciare tutto a casa ,e scappare per una passeggiata profumata nei campi intorno alla nostra città fino a quando papà si decise a comprarne una tutta per noi ...e da allora ancora di più ,in primavera ci prendeva la voglia di correre nella nostra campagna e godere dei primi calori del sole!!
Ma per le campagne il nostro divertimento principale era raccogliere fiori ed erbe di campo.
Che dirvi.....  sono una nostalgica ed ogni tanto dovrò tediarvi con i miei ricordi fanciulleschi!!
Questo porta a riflettere e penso che si parli volentieri dei periodi belli della propria vita...e così è per me!
Tutto questo antefatto per raccontarvi che domenica ho raccolto della ruchetta  di campo....la più buona e profumata per insalate e ,perchè no, un primo particolare che da noi è diffuso e ricercato















INGREDIENTI

1 mazzetto di rucola selvatica
300 gr di pomodorini rossi
1 spicchio d'aglio
200 gr di ricotta dura poco stagionata
400 gr. di pasta corta (io pennette rigate Voiello)
60 gr. di olio evo
sale
pepe

Si prepara in pochissimo tempo
Staccare le foglioline di ruchetta e sciacquarle due o tre volte.
Mettere al fuoco la pentola per la pasta e su un altro fornello una padella con olio e spicchio d'aglio intero.
Far rosolare l'aglio, toglierlo ed unire i pomodorini,salare e pepare. Cuocere per 10 minuti.
Grattugiare la ricotta dura..........apro parentesi..........La ricotta dura è un formaggio tipico di questa zona , ma si trova ora ovunque, Si tratta di una ricotta salata e stagionata al punto da poter essere grattugiata.Ora la differenza sta nel punto di maturazione della stessa:deve rimanere morbida al tatto e sciogliersi a contatto con la pasta bollente. Se così non sarà,comprometterà la riuscita del piatto!......
.....Chiudo parentesi.
Quando l'acqua bolle versarvi metà della ruchetta,salare e cuocere per 5 minuti.Unire la pasta e portare a cottura.
Prima di spegnere unire l'altra ruchetta tralasciandone un ciuffetto.
Scolare e condire col sughetto di  pomodorino e cospargere di ricotta dura e ruchetta completamente cruda spezzettata.







sabato 10 aprile 2010

RISO CON POLPO IN UMIDO

Questa è una nuova puntata dedicata alle ricette a base di polpo (ma mi daranno un premio come miglior sponsor dell'octopussy o no?)...E' che me ne invento sempre una nuova  e vado sempre alla ricerca di nuovi spunti tanto per non cadere sempre nelle solite ricette familiari giacchè è vero che "repetita iuvant......sed stufant"
^______________^ ( quanto mi piace maccheronareeeee!!!!!!!!!)

















Stamattina sono andata un po' in giro e fuori da un panificio chi ti trovo????? Ma dico se si può dormire così a mezzogiorno!!!!!!
Spudorato di un cane!!!! E non si svegliava!!! Beato lui nel mondo dei sogni canini!!!!!!!!!
La giornata profumata di mare e di fiori invogliava a fare una passeggiata e avendo già provveduto a gran parte del lavoro per il polpo me la sono concessa tuttatutta.


 


Questa è la torretta con le campane che sovrasta la chiesa del "Monastero di Santa Maria di Colonna"
la nostra penisola residenziale di cui magari vi parlerò in seguito in un altro post!



INGREDIENTI  X 4 PERSONE


250 gr. di riso carnaroli o arborio
1 polpo del peso di circa kg. 1,200
750 gr. circa di brodo di pesce o vegetale
300 gr. di pomodori rossi
1 cipolla
1 carota
1 pezzetto di sedano
1 scalogno
1 spicchio d'aglio
1 mazzetto di prezzemolo
150 gr. circa di olio evo
sale e pepe


Lavare il polpo, metterlo in una pentola coperto di acqua fredda  con mezza cipolla,carota e sedano;
portare ad ebollizione e cuocere per 20 minuti o comunque fino a quando infilzando il polpo nella parte più spessa con una forchetta questa non incontra resistenza.Togliere la pentola dal fuoco e lasciar raffreddare il polpo nell'acqua di cottura.





 Scolarlo privarlo della pellicina in eccesso e tagliarlo a pezzetti






Tritare lo scalogno , infilzare l'aglio in uno stuzzicadenti (così lo si trova subito per toglierlo prima di aggiungere il pomodoro),mettere in un tegame con un poco di prezzemolo tritato e farli appassire senza lasciarli colorire.Unire i pezzetti di polpo e far rosolare per 2 o 3 minuti




Pelare i pomodori,tagliarli a pezzetti , eliminare i semi in eccesso e unirli al polpo,un pizzico di sale e pepe e cuocere per 15-20 minuti.Cospargere di prezzemolo tritato.

Preparare il riso:

in un tegame che possa andare in forno far appassire la cipolla rimasta (io la metto intera per non trovarne i pezzetti dopo la cottura, ma se si vuole tritarla lo si fa), aggiungere il riso, rosolarlo, versare il brodo bollente (il liquido deve essere all'incirca il doppio del peso del riso, deve cmq coprirlo completamente), mescolare, coprire il tegame e cuocere in forno preriscaldato a 180° per 18 minuti senza mescolare. Togliere dal forno unire l'olio rimasto e sgranare i chicchi.Servire con il polpo.












giovedì 8 aprile 2010

TORTA ALLA RICOTTA MERINGATA....LA TORTA DI ZIA ROSA

Certo la mia indimenticata zia Rosa (classe 1910) mai e poi mai avrebbe potuto immaginare di essere conosciuta nel mondo dei foodbloggers dato che neanche aveva visto mai un pc nella sua lunga vita durata 95 anni!!!
Ma , fatto sta che avendomi insegnato diverse cosine culinarie, inevitabilmente sono qui a ricordarla di nuovo come già feci all'inizio della mia avventura bloggerofila postando la ricetta dei taralli pugliesi una delle sue specialità.
 Adesso devo per forza approfondire la presentazione a voi amiche/i di questa adorabile persona chi mi ha accompagnata con i suoi consiglie le sue coccole per lungo tratto della mia vita .
Lei era la moglie del fratello di mio papà,zio Damiano, ed io ho sempre voluto bene a queste due persone speciali come se fossero i miei genitori .
Quando io sono nata loro erano sposati da qualche anno e non avendo figli propri, mi hanno sempre coccolata come se io fossi la loro bambina mai arrivata...
Ricordo i lunghi giri fatti in piedi  tra lui e il manubrio della sua lambretta e come ero felice ...mi faceva sentire nella sua semplicità una persona amata e zia Rosa mi riempiva di coccole ed io mi addormentavo tra le sue braccia riempiendola di bacini sull'orecchio.
Loro hanno sempre trascorso con la mia famiglia le feste di Natale e Pasqua e proprio in queste occasioni  zia Rosa preparava questa torta che non ha mai avuto un nome proprio ma è stata tramandata come TORTA DI ZIA ROSA  che io ho riproposto a pasqua ^_____^






INGREDIENTI per uno stampo diametro 26 cm.


Per la pasta frolla:
150 gr. di farina
70 gr. di burro
40 gr. di zucchero
1 tuorlo d'uovo

Per il ripieno:
400 gr. di ricotta
50 gr. di zucchero
1 rosso d'uovo
1 bicchierino di liquore(facoltativo io cointreau)
1cucchiaio di marmellata (io di arancia)
raspatura di un limone
pezzettini di cioccolato fondente


Per la meringa:
100 gr. di zucchero
2 albumi
qualche mandorla spellata


Preparare la pasta frolla e lasciarla riposare in frigo avvolta in pellicola finchè prepariamo il ripieno.
In una ciotola mescolare la ricotta con lo zucchero , l'uovo,il liquore , la raspatura di limone e i pezzetti di cioccolato.
Stendere la pasta frolla sottile e rivestire una tortiera del diametro di 26 cm.
Io ho usato la carta da forno senza tagliarla della sagoma del tegame perchè una volta cotta la torta ho usato gli angoli della carta per estrarre la stessa senza capovolgerla; voi se avete lo stampo a cerniera ( a me si è rotto e non riesco ancora a sostituirlo) usate questo imburrato e infarinato.
Infornare in forno caldo a 180° per 15 minuti.
Trascorso il tempo versare sulla base della torta tolta dal forno il ripieno preparato e dividere il cucchiaio di marmellata distribuendolo sulla ricotta.
Infornare ancora la torta per altri 15 minuti alla stessa temperatura.
Nel frattempo montare a neve ben ferma i due albumi con lo zucchero.




Coprire la torta con la neve zuccherata e cospargere la superficie con pezzetti di mandorle ( io ho usato quelle affettate).
Come si vede dalla foto io ho messo la meringa in una siringa per dolci ed ho ricoperto tutta la torta di ciuffetti....era venuta carinissima ma...un attimo di distrazione e la meringa si è bruciataaaaa..........me disperataaaaa.....e ora?
Con cautela sono riuscita a rimuovere la meringa bruciata e a sostituirla con un'altra che però non mi è venuta montata bene come la prima e quindi ho dovuto seguire alla lettera il " metodo zia Rosa" : stendere delicatamente la meringa sulla torta ,cospargendola di pezzetti di mandorla, e infornare per altri dieci minuti finchè l'albume diventa dorato.
Lasciar raffreddare la torta prima di toglierla dal tegame.













Provatela e fatemi sapere....è fantastica!!!................aspetto commenti

martedì 6 aprile 2010

IL GREGGE...OVVERO LE "SCARCELLE" PASQUALI

Tina  la cara amica blogger made in Switzerland (ma con radici più italiane che mai!!), qualche giorno prima di Pasqua ha pubblicato un post con tante bellissime pecorelle!!!
Ora nel seguito di aggiungi un posto a tavola bisogna segnalare la grande tavolata che è seguita il giorno di Pasqua sempre a casa mia....Questa volta eravamo im meno : "solo" in ventidue ( lo scrivo in lettere così si ha di più l'idea ....).......anzi in ventitré!!!!! C'era anche la mia piccola meravigliosa nipotina Viola col suo carrozzino!!
Ho voluto interpretare la tradizione della mia zona che a Pasqua prevede la "scarcella"....un biscottone di varie forme e misure che le mamme e le nonne regalano in questo giorno a figli e nipoti.
Poichè sono mamma, sono nonna,ma sono anche zia di tanti nipoti , ho voluto preparare anche per loro il biscottone pasquale come segnaposto alla tavola del giorno di festa.
Fatemi fare una premessa e precisazione:
Tina non ho mai avuto la pretesa di eguagliarti (non ne sarei capace) nella precisa esecuzione degli animaletti in questione....ho solo dato una specie di forma simile a questi biscotti che , carini erano carini, ma passabili anche come conigli .......NOOOOO SONO PECORELLEEEEE


Purtroppo, nella baraonda che ha preceduto la preparazione del pranzo,ho dimenticato di fotografare "il gregge" prima di confezionare le singole pecorelle.......e qualcuno ha avuto da ridire pure sul posizionamento delle ovette che ho aggiunto   ^_____^





INGREDIENTI PER 17 PECORELLE

500 gr. di farina
200 gr. di zucchero
100 gr. di olio
3 uova
1 bustina di vanillina
1 bustina di lievito per dolci
Qualche mandorla a pezzetti per gli occhi delle pecorelle


PER LA GLASSA

100 gr. di zucchero
60 gr. di farina
40 gr. di burro
succo e buccia di mezzo limone
1 albume (la ricetta originaria prevedeva uovo intero ma a me veniva una cremina molle molle) 

Impastare tutti gli ingredienti previsti per fare i biscotti e far riposare la pasta avvolta in pellicola trasparente in frigo per mezz'ora.
Nel frattempo preparare la glassa che servirà per fare i riccioli di lana sulla pancia delle pecorelle:
In una ciotola mescolare bene la farina con lo zucchero e il burro a pezzetti...unire l'albume poco per volta e il succo e buccia del limone.Unire albume fino ad ottenere una pasta simile a quella dei biscotti.
Io non sono riuscita a creare delle briciole previste dalla ricetta di Tina e allora ho passato pezzetti di glassa attraverso lo spremiaglio in modo da formare i ricciolini che si vedono dalla foto.
Con un cartoncino formare la sagoma della pecorella e dopo aver steso la pasta in uno spessore di circa 1/2 centimetro ritagliare le pecorelle impastare i ritagli, ridistendere fino ad esurimento della pasta.
Sulla pancia creare il manto di "lana" con la glassa.
OPS ....ricordiamoci delle orecchie e della coda....con un pezzettino di pasta fare dei pezzettini da attaccare con un po' d'acqua alla base della testa e sul dietro del corpo dell'ovino!!!
Mettere un pezzetto di mandorla per formare l'occhio
Cuocere a 170° per 20 minuti










Al "nostro" patriarca golosone di 85 anni nonno Nicola ho preparato la classica forma a treccia




La scarcella classica della nostra zona è quella ricoperta di "jeleppe" ovvero glassa a caldo fatta con albumi zucchero e limone, versata sul biscotto e decorata con corallini di zucchero colorati e ovette di cioccolata, oppure si mette a crudo un uovo sulla pasta fermato con due striscette di pasta messe a croce prima di infornare.


GRAZIE TINA DI COLORE IN CUCINA   PER AVERMI DATO LO SPUNTO......I BISCOTTONI SONO PIACIUTI A TUTTI I MIEI NIPOTI!!!!




E CON QUESTO SIAMO A QUOTA 100 POST!!!!!