domenica 30 marzo 2014
TORTA AGLI AGRUMI MERINGATA
Per questa torta dal gusto deciso e fresco devo ringraziare Stefania, la blogger dalle ricette furbe . Grazie al suo soccorso in un pomeriggio di inverno ho scoperto questa delizia! Avevo un bel po' di agrumi freschissimi appena raccolti e anche albumi avanzati dalla grande operazione biscotti per le feste, e allora rivolgo una richiesta di aiuto su fb e prontamente lei mi viene in soccorso consigliandomi un dolce con i frutti tutti interi, anche le bucce! Stefania è regina nel fornire suggerimenti furbissimi di dolci veloci e impensabili ma sempre gustosi . Non ho avuto un attimo di titubanza e mi sono buttata nella realizzazione della torta. Ho sostituito la sua ricetta di base con la mia ricetta di pasta frolla ( e per questo spero lei mi perdoni) per il resto ho seguito il suo post.
Ingredienti per una tortiera da 24 cm a cerniera
per la base di frolla:
300 g. di farina
100 g di zucchero
120 g. di burro t.a.
1 uovo e 1 tuorlo
1 pizzico di sale
1/2 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina ( se si vuole )
per il ripieno:
2 arance non trattate
1 limone
125 g. di zucchero semolato
per la meringa:
3 albumi pastorizzati
125 g. di zucchero finissimo
A dire il vero io al limone ho tolto la parte bianca tra la buccia e gli spicchi perchè ne presentava parecchia e temevo compromettesse la riuscita del dolce. Nel bimby inserire gli agrumi a pezzi privandoli dei semi contenuti. Portare gradatamente a velocità turbo in modo da ridurre i frutti in purea. Mettere in una ciotola,unire lo zucchero, mescolare coprire e riporre in frigorifero.
Ora preparare la frolla: mescolare farina,zucchero, sale lievito e vanillina,fare la fontana versarvi l'uovo intero e il tuorlo e il burro a temperatura ambiente ma non molto molle a tocchetti. impastare velocemente avvolgere in pellicola e riporre in frigorifero per almeno 30 minuti. Montare gli albumi a neve fermissima unendo verso la fine a poco a poco lo zucchero, la meringa deve essere gonfia e lucida, mettere in frigo. Trascorso il tempo di riposo della frolla stenderla e posizionare nella tortiera precedentemente ricoperta di carta forno.Per la presenza della meringa, una volta pronta, la torta non potrà essere sformata capovolgendola come di solito, quindi se non si possiede una tortiera a cerniera sarà bene prepararla in una tortiera pronta in tavola dopo averla ben imburrata e infarinata.
Dopo aver steso la frolla provvedere a punzecchiarla con i rebbi di una forchetta, quindi ricoprire con un foglio di alluminio e dei fagioli secchi, infornare a 180° modalità statico per circa 15 minuti. Togliere fagioli e stagnola e versarvi la purea di agrumi livellando per bene.coprire con la meringa, usando un sac a poche o livellandola con il dorso di un cucchiaio (e io ho fatto proprio così come ha fatto Stefania) e rimettere in forno
alla stessa temperatura per 10 minuti senza far scurire la meringa, quindi abbassare la temperatura del forno a 150° e proseguire la cottura per altri 20 minuti.
venerdì 28 marzo 2014
LA FOCACCIA ROSSA DEI FABLES DE SUCRE
Tanto mi hanno conquistata per la loro bravura e la loro disponibilità che ho creato una etichetta apposita dove raccolgo la mia interpretazione delle ricette che ci regalano dal loro blog. Parlo di Eva e Claudio del blog Fables de sucre. Sul loro spazio sul web troverete ricette entusiasmanti sia con lievito madre che lievito di birra , proposte della loro cucina, il tutto descritto e spiegato nei minimi particolari che non lasciano spazio ad errori e fallimenti!
Oggi vi racconto di questa focaccia che mi ha lasciata sbalordita per la facilità e la morbidezza dell'impasto.Sul loro post le dosi per lievito di birra e licoli.
Ingredienti per una teglia del diametro di 36 cm
per l'impasto
500 gr. di farina 0 per pizza (o proteine 11.5)
300 gr. di acqua tiepida
50 gr. di concentrato di pomodoro (mi raccomando che sia concentrato e non salsa)
100 gr. di lievito madre rinfrescato e raddoppiato
8 gr. di zucchero
13 gr. di sale
25 gr. di olio EVO
per farcire
200 gr. di scamorza fresca
150 gr. di prosciutto cotto tagliato a fiammifero
Ho usato meno lievito madre di quello indicato nel loro post, previa approvazione di Claudio, in quanto ho fatto il passaggio in frigo, ma se si decide di evitarlo loro dosano la pm a 150 gr.
Nella planetaria aggiungere la pm spezzettata, il concentrato di pomodoro, la farina e parte dell'acqua prevista tra gli ingredienti. Con il gancio a foglia amalgamare il tutto a velocità minima aggiungendo il resto dell'acqua poco per volta man mano che viene assorbita tra una aggiunta e l'altra, con calma e lo zucchero. Ora unire il sale, aumentare la velocità e unire l'olio in due volte. Lasciar incordare l'impasto che dovrà risultare liscio morbido ed omogeneo. Trasferirlo sul piano di lavoro senza farina (io lo faccio sul marmo) e aiutandosi con il tarocco pirlare l'impasto. Si presenta morbido e quindi è indispensabile l'uso del tarocco (la pirlatura è il mio incubo!!)
Trasferire in una ciotola unta d'olio e coprire con pellicola. Dopo un quarto d'ora passare la ciotola in frigo e lasciarvela fino alla sera precedente la cottura. Io l'ho impastata il mercoledì sera e messa fuori il venerdì sera per cuocerla il sabato.
Al mattino la troverete più che raddoppiata.
Ungere generosamente d'olio la teglia, capovolgerci l'impasto e con le mani unte d'olio girarlo delicatamente sottosopra così che sarà unto d'olio e non sarà appiccicoso; allargarlo a coprire la superficie della teglia.Coprire con pellicola e porre a lievitare in forno spento con lucina fino a raddoppio, ci vorranno circa due ore.
Togliere dal forno e accenderlo a 225° modalità ventilato.
Spennellare delicatamente con olio e con i polpastrelli fare dei buchini sulla superficie della focaccia.
Infornare per 25 minuti mezz'ora al massimo. Gli ultimi 5 minuti cospargere con prosciutto e scamorza tritata. Io l'ho cubettata ma consiglio di renderla ancora più piccola in modo che si sciolga meglio.
Rimettere in forno giusto il tempo che la scamorza si sciolga. Toglierla dalla teglia e lasciarla intiepidire su gratella.
Mi ha lasciata piacevolmente sorpresa la morbidezza di questo impasto e consultandomi con gli autori della ricetta ho riscontrato la stessa impressione anche da parte loro. Da profana ho l'impressione che l'artefice di tale morbidezza sia il concentrato di pomodoro . Provatela e ne resterete conquistati anche voi.
Presto vi proporrò una versione diversamente condita.
mercoledì 26 marzo 2014
E NUOVAMENTE CALAMARI
Quanto mi piacciono i calamari!! in tutte le loro dimensioni: piccoli li divoro crudi ,medi adoro farli fritti per la gioia della famiglia, grandi ad anelli anche loro fritti e interi come vi ho raccontato qui ,qui e qui. E anche questa volta la loro destinazione è stata farli ripieni e stufati.
Ingredienti:
4 calamari (peso complessivo circa 600 gr.)
1 pomodoro
1 piccola cipolla
1 rametto di prezzemolo
2 foglioline di menta
due cucchiai colmi di pangrattato
1 albume
sale e pepe q.b.
4 cucchiai di olio
1/2 bicchiere di vino bianco
qualche cucchiaio di acqua
Eviscerare i calamari, togliere la testa e tenerla da parte.
preparare il ripieno, tritare i tentacoli lunghi dei calamari,tagliare a piccoli cubetti il pomodoro scartando liquido e semi, raccogliere in una scodella e unire pangrattato, albume e aromi, sale e pepe. Riempire la sacca dei calamari e chiudere a tappo con le teste degli stessi aiutandosi con uno stuzzicadenti.
Tritare in una padella la cipolla, stufarla nell'olio senza far prendere colore e sfumare con il vino bianco. Unire i calamari, qualche cucchiaio di acqua, sale e pepe, coprire e cuocere per 10-15 minuti.
martedì 25 marzo 2014
PANE DI SEMOLA RIMACINATA SENATORE CAPPELLI
Ancora pane, e chissà quante altre volte mi troverò a scrivere un post su questo alimento semplice ma dalle tante sfaccettature, pochi ingredienti: farina, acqua, lievito eppure il risultato può essere ogni volta diverso, ogni volta entusiasmante, ogni volta straordinario.
Bastano pochi scostamenti, un tipo di farina, la quantità di acqua la quantità e qualità del lievito e ...puff tutto cambia. E rimango lì a guardare, prima l'impasto che incorda, poi che prende la forma dalle mie mani, poi che lievita e infine che cuoce, e il vetro del forno si trasforma per me in uno schermo come al cinema. Lo osservo che lievita ancora, si alza si apre, profuma e tutta questa magia mi conquista come sempre. L'ho fatto io! E' opera della mia passione, delle mie attenzioni.
Questa volta sono andata di lievitino (poolish) e autolisi già come qui
Per prima cosa ho proceduto al rinfresco del mio "vito" sostituendo la farina manitoba con la semola rimacinata come mi ha insegnato Pat: partita da 10 gr. di "vito" a cui ho aggiunto 10 di semola rimacinata e 5 di acqua = 25 gr. Al raddoppio ho rifatto il rinfresco:25 gr. il lievito precedentemente rinfrescato, 25 di semola rimacinata, 12 gr. di acqua = 72 gr.Ho atteso il raddoppio e ai 72 gr. ho unito 60 gr. di semola e 30 di acqua= 162 gr. Di questi ne ho usati solo 150gr.
Si parte la sera preparando un prefermento o poolish o lievitino
Ingredienti
per il poolish
150 gr. di pasta madre di semola rimacinata
150 gr. di acqua tiepida
150 gr. di semola rimacinata
1 cucchiaino di malto
per impasto del pane:
200 gr. di acqua
350 gr. di semola rimacinata Senatore Cappelli
poolish preparato la sera precedente
1 cucchiaio di olio
12-15 gr di sale
Dopo aver rinfrescato il lievito come descritto più in alto, scioglierlo per bene in una ciotola capiente con 150 gr. di acqua e il cucchiaino di malto. Una volta ben sciolto il lievito unire 150 gr. di semola e mescolare benissimo, coprire con pellicola e lasciare tutta la notte a temperatura ambiente, al mattino si presentava così
Nella planetaria amalgamare con il gancio a foglia l'acqua e la semola e lasciar riposare in autolisi per trenta minuti. La semola e l'acqua devono essere perfettamente amalgamati, eventualmente rimanesse della semola staccata dall'impasto aiutarsi con le mani.
Trascorso il tempo per l'autolisi unire a questo il poolish e con il gancio a uncino avviare la planetari a velocità minima, lasciando amalgamare perfettamente i due composti. Una volta avvenuto unire il sale e aumentare la velocità gradatamente, quindi unire anche il cucchiaio di olio. Lasciar incordare l'impasto.
L'impasto deve essere morbido liscio e omogeneo ma non appiccicoso.
Spegnere l'impastatrice, coprire la ciotola e lasciar riposare l'impasto per 10 minuti.
Naturalmente l'impasto può essere fatto a mano o nella macchina del pane osservando la stessa tempistica e ordine di ingredienti.
Cospargere leggermente la spianatoia con della semola rimacinata e trasferirvi l'impasto. Procedere ad una serie di pieghe a tre
Ripetere questa operazione per altre 4 volte intervallando l'una dall'altra con uno spazio temporale di 15 minuti e tenendo tra un giro e l'altro l'impasto coperto con una ciotola.. Dopo l'ultimo giro di pieghe dare la forma al pane e metterlo a lievitare in un cestino coperto con un panno cosparso abbondantemente con semola. Spolverare anche la parte in alto con semola , coprire e mettere a raddoppiare in luogo caldo. Ci vorranno da due a quattro ore circa, a seconda della forza della pm e delle temperature ambiente.
Accendere il forno alla temperatura di 240° modalità statico. Mettere sul gas un pentolino d'acqua, portarla ad ebollizione e trasferire in forno nella parte bassa. Capovolgere la pagnotta sulla leccarda coperta di carta forno, massaggiarla delicatamente con semola rimacinata, praticare i tagli e una volta che il forno abbia raggiunto la temperatura infornare nella parte centrale del forno. Dopo 15 minuti abbassare la temperatura a 180°, dopo 10 minuti a questa temperatura togliere l'acqua e il pane dalla leccarda poggiandolo direttamente sulla griglia, proseguire la cottura per altri 25-30 minuti, finchè bussando sotto il pane non i senta un suono sordo. Spegnere il forno e lasciare la pagnotta in forno con sportello a fessura per almeno 30 minuti. Finire di raffreddare su gratella.
per ispirazione a questo pane ringrazio la bravissima Pat del blog Pandipane .
sabato 22 marzo 2014
IL PANE BUONO
Si fa pane e pane qui a casa Annaferna. E si sperimentano lievitati vari tra un pane e l'altro. E si cercano farine particolari per far si che la mia passione per il lievito madre produca lievitati di qualità. E ne trovo una, sembra perfetta: biologica, macinata a pietra, di tipo 2 , mi sta simpatica! Ma non ho incontrato la stessa simpatia da parte sua :( . Il primo pane fatto con questa farina usata al 100% nell'impasto mi ha delusa nel risultato. Ma ben lungi da me scartare un pacco di preziosa farina senza tentare di migliorare la sua resa!!
Infatti con la dovuta miscela che ho preparato non mi ha delusa questa volta: ne è uscito un pane che ho voluto chiamare "pane buono" perchè merita in tutto questo aggettivo!!
Ingredienti
100 gr. di farina macinata a pietra tipo 2 (io "Le terre di Ecor)
200 gr. di farina 0 proteine 11 ( io selex)
100 gr. di semola rimacinata senatore Cappelli (io la prendo da un negozio di fiducia che ritira da un mulino di Altamura o anche da un produttore di Spinazzola che viene una volta al mese al mercatino)
50 gr. di farina integrale (io molino Rossetto)
50 gr. di farina manitoba ( io molino Rossetto)
300 gr. di acqua + o - 30 gr
1 cucchiaino di malto
100 gr. di lievito madre rinfrescato e raddoppiato
15 gr. di sale
se si desidera arricchire con semi: 20 gr. di semi di lino o misti (sesamo, lino, girasole zucca)
Ho rimesso tutto di nuovo a lievitare nel forno spento per 3 ore circa fino a raddoppio e infornato a 240° per 15 minuti quindi a 180° per altri 30 minuti o fino a cottura: bussando sul fondo del pane deve sentirsi un suono sordo.
con questa ricetta partecipo alla raccolta di panissimo ideata da Sonia e Barbara questo mese ospitata nel castello di Patti
lunedì 17 marzo 2014
CROSTATA ALLA RICOTTA RICCA
Buon lunedì, oggi la giornata è splendida sembra proprio primavera!! Vi lascio la ricetta di una golosa crostata!!
Quanti modi di fare una crostata! Ogni ricetta è sempre buona, la crostata è un dolce antichissimo, pare che le prime tracce di questo dolce si possano far risalire a dopo l'anno mille, quando con lo zucchero di canna importato dall'oriente si cominciò ad usare lo stesso nella preparazione dei dolci.Prima la parte dolce negli impasti era data da miele o succhi ricavati dalla frutta. All'inizio la crostata era principalmente una preparazione salata.La prima notizia certa di una crostata inserita in un ricettario pare risalga al XIV secolo. Da allora la ricetta di una pasta frolla che facesse da guscio ad un ripieno sempre più variegato, si è arricchita e perfezionata arrivando fino ai giorni nostri, ringiovanendosi nel corso dei secoli!
E proprio dalla versatilità di questo dolce nasce la mia versione supergolosa che vi racconto oggi . Un insieme di profumi e sapori che vanno dal panettone alla pastiera napoletana, il tutto racchiuso in un friabile guscio di pasta frolla all'olio extravergine di oliva.
Ingredienti tortiera cm 22
per la frolla di base:
250 gr. di farina per dolci
8 gr. di lievito per dolci
100 gr. di zucchero superfino
50 gr. di olio evo
1 cucchiaino di miele
1 uovo e 1 tuorlo
1 pizzico di sale
zeste di limone o semi di mezza bacca di vaniglia.
per il ripieno:
1 cestino di ricotta vaccina da 400 gr.
70 gr. di zucchero semolato
1 cucchiaio di arancia candita a cubetti
1 cucchiaio di cedro candito a cubetti
30 gr. di uvetta sultanina
rum per ammollo uvetta
1 cucchiaio di gocce di cioccolato o 20 gr. di cioccolato fondente
1 uovo
zucchero a velo per finitura
Prepariamo la frolla con gli ingredienti elencati: in una ciotola setacciare la farina con il lievito, unire lo zucchero e il sale, mescolare. Aggiungere uovo,olio e miele, impastare gli ingredienti, trasferire sulla spianatoia e amalgamare fino ad ottenere un panetto omogeneo. Avvolgere nella pellicola e trasferire momentaneamente in frigo. Mettere l'uvetta a mollo nel rum. Setacciare la ricotta e amalgamarla con lo zucchero e l'uovo. Unire i canditi il cioccolato e l'uvetta ben strizzata e tamponata con un foglio di carta da cucina.
Foderare una tortiera dal diametro elencato con carta forno. Prelevare la frolla dal frigo e sul piano infarinato dividerla in due , un terzo e due terzi dell'insieme. stendere la parte più grande in un disco che sia di un paio di centimetri più largo del diametro della teglia. inserire il disco di pasta all'interno della carta forno in modo che ricopra anche parte dei bordi della teglia. Versare e livellare il ripieno e completare con le strisce ricavate dall'altra parte di frolla stesa dello stesso spessore della frolla di base. ritagliare con un coltello affilato la pasta eccedente lungo il bordo della teglia. Nel frattempo avremo portato a temperatura di 180° il nostro forno in modalità statica. Infornare e cuocere fino a doratura, ci vorrà all'incirca mezz'ora a dipende dal proprio forno.Sfornare e quando sarà tiepida sformarla su un piatto e spolverarla di zucchero a velo.
giovedì 13 marzo 2014
FETTE BISCOTTATE CON LIEVITO MADRE #3.0 METODO CON WATER ROUX O TANG ZHONG (e in questo caso chiamiamolo milk-roux)
Eccomi a dover raccontare una ennesima evoluzione di ricetta, questa volta tocca alle fette biscottate, è il terzo post a tal proposito. dopo le prime da me sperimentate e le seconde un po' più perfezionate. In particolare proprio queste sono quelle che da allora mi fanno compagnia nelle colazioni.
Poi un giorno leggo di un antico metodo cinese per emulsionare meglio gli impasti e mi informo meglio. Doverose e numerose gloogolate mi arricchiscono di informazioni interessanti.
Il metodo è quello dello tang zhong, termine cinese occidentalizzato nel termine water roux. Di cosa si tratta: è una emulsione di liquido e farina dove il liquido può essere acqua o latte, nella proporzione di 1:5 dove 1 indica la farina e 5 il liquido preso in uso.
Si scioglie la farina nel liquido e si porta ad una temperatura di 65° che permette la gelitificazione dell'emulsione che rende elasticità e leggerezza agli impasti e consente una maggiore conservabilità del prodotto.
Questo "starter" per la lievitazione l'ho usato nella mia ricetta di fette biscottate e il risultato positivo mi ha portata a scrivere questo post per condividere l'esperienza. Avendo usato il latte come liquido direi che andrebbe chiamato milk-roux.
Volendo altre informazioni su metodo e ricette suggerisco questo blog.
Ingredienti (miei 2 stampi 10x30,10x20 oppure due usa e getta ( 10x23 ), queste misure da me collaudate)
120 g. di lievito madre madre rinfrescato e raddoppiato
260 -270 g. di latte (cominciare dalla dose minima, dipende dal grado di assorbimento della farina)
70 g. di olio evo
30 g. di zucchero semolato
7 g. di miele
400 g. di farina 0 proteine 11
7 g. di sale
variazione di lievito naturale:
Con li.co.li :preparare il milk-roux come descritto di seguito e nell'impasto finale aggiungere solo 100 gr. di latte
Prendere dalla dose degli ingredienti 30 g. di farina e scioglierli in 150 g. di latte sempre presi dalla dose indicata tra gli ingredienti. Mettere il pentolino in cui si l'emulsione di latte e farina, sul fuoco e sempre mescolando portare a 65°. se non si ha un termometro per alimenti, considerare che l'emulsione deve avere la consistenza dello yogurt o besciamella non densa. mettere un po' di pellicola a contatto e lasciar raffreddare il water roux. Si può anche preparare il giorno prima.
Nella ciotola dell'impastatrice inserire il water roux ormai freddo, lo zucchero, il lievito madre rinfrescato a piccoli pezzi,il resto del latte tiepido, trattenendo 40 g. da aggiungere nel caso l'impasto fosse duro, e la farina. Con il gancio a foglia a velocità minima amalgamare bene il tutto, quindi unire il miele. Passare ora al gancio ad uncino, mettere il sale e aumentare gradatamente la velocità quindi unire a più riprese l'olio evo.controllare la consistenza dell'impasto che deve essere non troppo duro e neanche appiccicoso nel caso unire a cucchiaiate il restante latte controllando man mano la consistenza. Lasciar incordare l'impasto. Spegnere l'impastatrice e coprire la ciotola lasciando riposare così per tre ore. Trascorso il tempo trasferire l'impasto sulla spianatoia leggermente infarinata e per due volte fare una serie di pieghe a tre. Ripetere cioè l'operazione delle pieghe per due volte consecutive. Riposare coprendo ancora un'ora.l'impasto finito peserà all'incirca 900 g. Ora dividere in due l'impasto nel caso si usino stampi usa e getta,nel caso di stampi come da mie misure dividere l'impasto 1/3 e 2/3, stenderlo e arrotolarlo stretto su se stesso formando due filoncini. posizionarli negli stampi come qui e metter a lievitare in forno spento fino a che raggiungeranno il bordo dello stampo.
Accendere il forno a 160° statico e infornare per circa 30 minuti.
sformare dopo 10 minuti e raffreddare su gratella. dopo almeno 12 ore o anche più affettare e come dice Banderas facciamole più spesse; ^_^ tostare le fette in forno a 120° fino a doratura avendo cura di girarle a metà doratura.
seguire questo post
Se non avete voglia di biscottare questo morbidissimo panbauletto, consumatelo a fette o come toast, è delizioso e si conserva umido avvolto in busta o pellicola per diversi giorni!!
appunto:
con la stagione calda ho collaudato anche il riposo in frigo dei filoncini già in forma coperti con pellicola e lasciati tutta la notte quindi al mattino messi a temperatura ambiente per seguire la lievitazione a vista.
lunedì 10 marzo 2014
TAGLIOLINI MARE E MONTI
Prova, riprova inventa! E' la quotidianità nelle cucine delle food blogger. E poi le ricette ormai simbolo nel nome della cucina del nostro paese come quella detta "mare e monti"...il titolo del mio post è poco originale vero? Ho replicato il nome di questo un primo piatto molto gradito. La versione questa volta ha visto il connubio tra le carni di un pesce definito povero, il sugarello o lacerto come si chiama dalle mie parti,e i funghi coltivati per eccellenza gli champignon. il "povero" lacerto povero non lo chiamerei vista la ricchezza di valori nutrizionali presenti nelle sue carni. E' un pesce dai valori eccezionali, apporta meno di 200 calorie per 100 gr., è ricco di acidi grassi polinsaturi e , come tutti i pesci azzurri, protegge da malattie cardiovascolari.
Il protagonista della ricetta manco a dirlo faceva parte del bottino portato a casa dal capitano
Sgo
Ingredienti
300 gr. di tagliolini
filetti di 4 pesci (io sugarello o lacerto)
300 gr. di funghi champignon
1 spicchio d'aglio
1 cipollotto fresco
mezzo bicchiere di vino bianco
1 ciuffo di prezzemolo
1 ciuffo di finocchietto selvatico o barba di finocchio
1/2 bicchiere di olio evo
1 punta di peperoncino
200 gr. di pomodoro fiaschetto
sfilettare e privare di pelle e lische i pesci, raccoglierne la polpa e tenere da parte.
Pulire sciacquare e affettare i funghi.
Sbollentare e pelare i pomodori, quindi tagliarli a filetti privandoli dei semi.
Mettere in padella i funghi con olio aglio intero e prezzemolo tritato, una spolverata di sale e saltare a fuoco vivace per 5 minuti o finchè avranno perso l'acqua uscita in cottura. Spegnere e spolverare di pepe.
In un'altra padella che poi contenga anche i tagliolini, tritare cipolla prezzemolo e finocchietto, unire l'olio e il peperoncino e rosolare senza far prendere troppo colore, sfumare con il vino banco e una volta evaporato unire i pomodori pelati e il sale. Cuocere per 15 minuti, Unire la polpa di pesce, mescolare per qualche minuto per amalgamare e spegnere subito coprendo la padella. Scaldare la pasta e a due minuti dalla cottura , accendere la fiamma sotto la padella con pesce e pomodori, versare i funghi, scolare la pasta tenendo da parte un po' d'acqua di cottura e versarla nella padella del condimento. Mantecare unendo eventualmente qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta.
Nuova veste per il mio blog! Per questo Devo pubblicamente ringraziare Silvia per la pazienza avuta nel guidarmi in questa , per me, non facile impresa e tutto il meraviglioso gruppo delle amiche del gruppo splendido di cui faccio parte su fb per il loro supporto psicologico!!
martedì 4 marzo 2014
DANUBIO DOLCE CON LI.CO.LI.
Noi lo chiamiamo danubio, ma il suo vero nome nella sua terra di origine nel napoletano, è conosciuto come la "danubiana" . E nasceva come una serie di brioche salate e farcite che si prendevano a "pizzichi"( da qui il suo secondo nome "brioche a pizzichi" appunto). Il nome era riferito alla consorte del re Ferdinando primo che sposò Maria Carolina di origini austriache. Fin qui una delle leggende legate a questo famosissimo composto lievitato. Poi, si sa come la fantasia in cucina può trasformare, ecco che il danubio diventa anche una dolce preparazione per una colazione o una merenda golosa.
A dare man forte questa volta ci ha pensato il mio "lillo" li.co.li. ricavato dal mio lievito madre solido. un dolce facile e di effetto
Ingredienti per una tortiera da 26 cm
150 gr. di licoli rinfrescato
100 gr. di latte tiepido
60 gr. di acqua
20 gr. di burro
300 gr. di farina di forza (Manitoba)
1 tuorlo
1 pizzico di sale
20 gr. di zucchero
per il ripieno:
marmellata ( io fatta in casa di albicocche)
Ho fatto l'impasto nella macchina del pane ma il procedimento e l'ordine degli ingredienti non cambia con la planetaria iniziando il procedimento con il gancio a foglia per poi proseguire con quello ad uncino una volta che la farina sia inglobata .
Ho sciolto il licoli in acqua e latte, ho unito lo zucchero e versato nel cestello il tutto. Ho unito la farina e, una volta amalgamata, il sale, quindi burro morbido e tuorlo,facendo tutto con il programma per pasta che dura 15 minuti.
Terminato il programma ho ribaltato sulla spianatoia, chiuso l'impasto a palla e messo a lievitare in una ciotola oliata, coprendo con pellicola e mettendo in forno con lucina accesa per 30 minuti. Volendo evitare questo passaggio si può lasciare l'impasto nel cestello della mdp per i 30 minuti indicati.
A trenta minuti dal riposo ho messo l'impasto sula spianatoia leggermente infarinata e per tre volte ho dato le pieghe a tre distanziano di trenta minuti questa operazione una dall'altra.
Ho rimesso l'impasto nella ciotola oliata e lasciato in forno spento per 4 ore. Riportato l'impasto sulla spianatoia , l'ho sgonfiato delicatamente e ricavate otto parti che ho farcito e richiuso a pallina. La teglia è stata rivestita di carta forno per accogliere le otto parti dell'impasto, coperta con pellicola e messa a raddoppiare in luogo caldo.
A raddoppio raggiunto
ho acceso il forno portandolo a 200°, a temperatura raggiunta ho spennellato con latte e cosparso di granella di zucchero.
Cuocere per i primi 5 minuti a questa temperatura quindi abbassare a 180° e prolungare la cottura per circa 25 minuti, coprendo con un foglio di stagnola nel caso la superficie si scurisse troppo.
con questa ricetta partecipo alla raccolta ideata da Sandra e Barbara
che questa volta è ospitata nel fatato castello di Patty
sabato 1 marzo 2014
BISCOTTI CON ALBUMI
Spesso capita di avere eccedenza di albumi, alcune preparazioni di dolci e grandi lievitati prevedono quantità di tuorli tra gli ingredienti. Con gli albumi avanzanti possiamo preparare dei deliziosi biscottini che non ci faranno sentire assolutamente l'assenza del tuorlo.
In particolare questi miei, preparati con l'aiuto delle operose manine della piccola Viola, sono stati allegramente ricoperti di confettini colorati sotto suo deciso desiderio!!
Ingredienti
5 gr. di cacao amaro
95 gr. di farina di riso
150 gr. di farina 00 per dolci (io Casillo)
1 cucchiaio di miele
100 gr. di burro
1 punta di coltello di semi di vaniglia
2 albumi
8 gr. di lievito per dolci
Mescolare le farine e i cacao e setacciare insieme agli 8 gr. di lievito in polvere per dolci in una ciotola.
Inserire tutti gli ingredienti compreso il burro fuso e freddo. Impastare velocemente, trasferire l'impasto sulla spianatoia infarinata, formare una palla e come al solito mettere a riposare avvolta in pellicola per almeno 15 minuti in frigo.
Trascorso il tempo prendere pizzichi di impasto, arrotolarli e formare palline grandi come una noce passarle nei confettini, disporre su carta forno e infornare a 170° per circa 15 minuti.
Iscriviti a:
Post (Atom)