Ci siamo! Un anno volato in fretta questo 2014, troppo in fretta. E' ancora presto per trarre le conclusioni, manca poco comunque anche per quello, è tempo invece di avvicinarsi alla festa più bella dell'anno con spirito nuovo e sereno.
Fermarsi, ascoltare, raccontare.
Questi i tre verbi che dobbiamo fare nostri in questa settimana
Fermarsi: godere dei giorni in famiglia, non sospirare sperando passi presto, sono momenti preziosi, che più ritorneranno. Fermarsi a riflettere sul vero significato della parola NATALE , non relegarla miseramente al ruolo di festa dei bagordi e delle vanità. Fermarsi a pensare a quel che accadde più di duemila anni fa e arricchire il nostro animo del suo significato
Ascoltare: soffermarsi ad ascoltare anche gli altri, non restringere le proprie azioni nell'angolo dell'egoismo, saper condividere le parole e i pensieri anche con chi meno fortunato vive la festa più bella dell'anno con spirito diverso, a chi ha lasciato casa in cerca di un futuro migliore, a chi combatte ogni giorno con mali oscuri , a chi combatte ogni giorno la sua quotidianità per migliorare la propria esistenza.
Raccontare: condividere, magari con i più piccoli, le nostre esperienze di vita legate a questi giorni, facendo tesoro della nostra esperienza cercando di tramandare loro il significato vero del Natale.
Loro crescono nell'era del consumismo, aspettano Babbo Natale, ma noi ,invece raccontiamo loro e viviamo con loro l'attimo di LUCE legato alla nascita del bambinello, raccontiamo loro di quando in casa c'era solo il presepe, di quando l'albero ancora non era nella nostra tradizione, di quando allestire il presepe con gli angoli legati a tutti i mestieri era un lavoro che iniziava giorni e giorni prima, di quando da piccoli (parlo per me) avevamo il compito di raccogliere il muschio fresco per arricchire i paesaggi, e facciamo rivivere loro l'esperienza di portare il bambinello nella culla allo scoccare della mezzanotte.
Questi i tre verbi importanti quest'anno: sono verbi che mi ha trasmesso il sacerdote alla recita della mia principessa Viola , all'asilo, quando ha voluto condividerli con noi e io li ho coniugati con i sentimenti che sento appartenermi.
Ho scelto di dedicare questi miei pensieri al post che si lega alla ricetta più tradizionale dl giorno di vigilia qui a casa mia : le frittelle.
Non è mai inopportuno parlare dei propri sentimenti , anche in questo spazio virtuale, l'ho fatto e lo farò ancora, chi mi legge ha avuto modo di scoprirlo in questi quasi sei anni del mio blog.
Ingredienti
150 g. di lievito madre rinfrescato e raddoppiato
300 g. di farina 0 (io 11 proteine per 100 gr.)
200 g. di semola rimacinata
200 g. di patata lessa schiacciata e fredda (peso netto)
190 g. ca di acqua (dipende dalla patata)
50 g di strutto
1/2 cucchiaio di sale ( 12 gr.)
1 cucchiaino di zucchero
Nella ciotola spezzettare il lievito madre, unire 100 gr. di acqua, le farine miscelate, la patata, lo zucchero e avviare a velocità minima.
Una vota ottenuta una massa omogenea, unire lentamente il resto dell'acqua e con l'ultima parte il sale.
Unire lo strutto, aumentare la velocità e far incordare l'impasto che risulterà appiccicoso ma incordandosi si asciugherà.
Trasferire su un piano infarinato, coprire e lasciar riposare per quindici minuti.
Con l'aiuto di un po' di farina allargare l'impasto a formare un rettangolo e eseguire una serie di pieghe a tre.
Coprire e dopo un'ora ripetere l'operazione.
Coprire ancora e dopo un'ora ripetere l'operazione delle pieghe : A questo punto l'impasto sarà diventato tenace, infarinare una ciotola, trasferire l'impasto e coprire con pellicola.
Ora se avremo eseguito l'impasto nel pomeriggio sarà bene trasferire dopo 15 minuti in frigo avendo cura di riporlo a temperatura ambiente prima di andare a dormire.
Se invece avremo eseguito l'impasto a sera ormai giunta sarà sufficiente lasciare a temperatura ambiente tutta la notte
Al mattino troveremo l'impasto raddoppiato.
Io per riuscire ad avere le frittelle pronte per pranzo , ho messo l'impasto raddoppiato in luogo fresco (fuori al balcone ).
Alle dieci ho cominciato a formare le frittelle.
Alcune le ho fatte davvero piccine stendendo parte dell'impasto allo spessore di 3 mm circa, coppate tante formine tonde e farcite con sola acciuga, queste accompagneranno le classiche rape stufate.
Per dare una dritta, ho fatto pezzi da 20 g per quelle piccine e 40 g per le altre
Altre le ho farcite con scamorza fresca e pomodoro pelato spezzettato, mescolati tra loro e lasciati in un colapasta per permettere di perdere tutto il liquido in eccesso.
Altre ancora con pomodoro, scamorza e ricotta forte, un altro classico della mia regione.
Ognuno sceglierà il ripieno e la forma preferiti.
Dopo aver formato tutte le frittelle, riposte su un panno infarinato, coprire con un altro panno e una copertina, lasciando riposare per almeno un'ora.
Friggere in olio di oliva ben caldo poche per volta.
Con questo post auguro a tutti i miei amici un sereno Santo Natale.
Altre le ho farcite con scamorza fresca e pomodoro pelato spezzettato, mescolati tra loro e lasciati in un colapasta per permettere di perdere tutto il liquido in eccesso.
Altre ancora con pomodoro, scamorza e ricotta forte, un altro classico della mia regione.
Ognuno sceglierà il ripieno e la forma preferiti.
Dopo aver formato tutte le frittelle, riposte su un panno infarinato, coprire con un altro panno e una copertina, lasciando riposare per almeno un'ora.
Friggere in olio di oliva ben caldo poche per volta.
Con questo post auguro a tutti i miei amici un sereno Santo Natale.