
Con la serenità che vi auguro, con l'affetto che ho per voi, con le profumate cucine che oggi ci accompagneranno.....vi lascio i miei auguri per questo Santo Natale 2013!!!
che la serenità, la pace e .....le golosità ci accompagnino!!
dopo la lievitazione |
Al ristorante "Nick fisherman" dell'isola di Kos- Grecia |
Al ristorante "NIck fisherman" dell'isola di Kos-Grecia |
L'azdora (la reggitrice, donna-padrona della casa da cui dipendeva indiscutibilmente l'organizzazione familiare) preparava l'impasto della piadina con farina, acqua, sale e strutto di maiale (oppure olio per cucinare) ed una volta suddiviso in piccole pagnotte le "tirava" con é s-ciadùr (il matterello) fino ad ottenere dei dischi per poi lasciarle cuocere rapidamente sul testo molto caldo.
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Negli anni dove la povertà era pesante si faceva la pjida armescla (la piadina mescolata) che veniva preparata mischiando la farina di granoturco con quella di grano ed era soprannominata la pjida ad furmantoun (la piadina di granoturco) che indicava la piadina della miseria.
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La composizione originaria dell'impasto con il passare degli anni ha subito delle trasformazioni e nuovi prodotti hanno sostituito quelli del passato.
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Inizialmente era completamente assente la lievitazione poi, verso gli anni trenta, si cominciò ad aggiungere un pizzico di bicarbonato (che aveva l'inconveniente di ingiallire l'impasto) e successivamente prese piede la dose (composta da vari ingredienti e venduta direttamente dai fornai) che eliminò l'ingiallimento.
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piadina da 25 cm |
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piadina da 18 cm |