Io ho ancora vivo il ricordo di mia mamma che su un "tavoliere" (una spianatoia di doghe in legno che si faceva preparare dai falegnami locali) grandissimo impastava semola ed acqua creando così il semplice impasto che abilmente lavorato con le mani e le dita da vita a questi piccoli cappelli di pasta che si sposano a meraviglia con verdure (cime di rapa o cavolfiori e ancora ruchetta...) o sughi ( vanno a nozze col ragù...ma non disdegnano crudaiola o pomodoro fresco e ricotta dura!!!). Si passavano interi pomeriggi del sabato a formarle con le dita e un coltello a lama liscia. Poi con delicatezza venivano spostate, con l'aiuto di un cartoncino che fungeva da paletta, ad asciugare su una tovaglia, perchè il piano di lavoro era ormai invaso da queste piccole conchiglie profumate.
Lasciate lì fino al mattino della domenica, quando il profumo del ragù ci svegliava e quel tocchetto di pane intinto nella cipolla sfrigolante era d'obbligo, come la conseguente sgridata della mamma "fermaaaa sporchi il sugo!!".
Poi al momento, tuffate per pochi minuti nell'acqua bollente eccole pronte a coprirsi di rosso e profumato sugo per la gioia del palato!
Ripetere questi gesti è un tuffo nel passato, un rivivere la spensieratezza della gioventù, un elogio al ricordo dei miei affetti.
Questo è l'impasto che si ricava da semola ed acqua.
Per quanto mi riguarda devo dire che ho imparato da pochi anni a prepararle in quanto vani sono stati i tentativi , da ragazza, da parte di mamma o zia Rosa di farmi sedere il sabato pomeggio ad imparare a prepararli (.........).
Da sposata invece sono stata proprio io a chiedere di insegnarmi e così adesso le preparo spesso...certo non speditamente come facevano loro...però me la cavo!!!!!
INGREDIENTI
500.gr di semola non rimacinata
acqua quanto basta per un impasto sodo ed elastico (circa 250 gr.)
Fare la fontana con la semola e cominciare a mescolare con acqua tiepida. Quando l'impasto avrà raggiunto la giusta consistenza lavorarlo ancora qualche minuto e metterlo a riposare per mezz'ora sotto una ciotola capovolta.
Trascorso il tempo tagliare un pezzetto di pasta ,lavorarlo ancora qualche minuto e formare il classico cordoncino
Aiutandosi con un coltello a lama liscia (io ne conservo uno che uso solo per questo) tagliare un tocchetto di 1 cm circa di pasta e trascinandolo ( da qui il termine "strascinati") tra coltello e tavoliere, appiattirlo, quindi rigirarlo sul dito pollice.
Nella foto la sequenza:cordoncino , tocchetto, rigirata e orecchietta
Ecco nella foto il classico "tavoliere"...il mio è piccolo e mi è stato dato da mia suocera quando mi sono sposata.
queste sono le orecchiette integrali fatte con 300 gr. di farina integrale "grossetto" e 200 gr di semola di grano duro non rimacinata.
Torno a ripetere non rimacinata in quanto è importante che si usi semola a grana un po' più spessa per la buona riuscita degli "strascinati" tradizionali.
Usando la semola rimacinata si ottiene una pasta troppo liscia a discapito della cattura del sugo.
Comunque nulla vieta di fare la pasta con una semola di grano duro più raffinata quale è la rimacinata.
appunti:
ho preparato l'impasto nella MDP, viene benissimo: 200 gr. di acqua tiepida, 1 cucchiaio di olio, 500 gr. di semola di grano duro, programma "impasto per pasta" (14 minuti).
Durante la lavorazione , se il tipo di semola lo richiede, unire ancora 10-20 gr. di acqua.
Bellissima le tue orecchiette e il tavoliere ...splendido ! ciao :)
RispondiEliminache brava... le mie sono sgorbie!!!
RispondiEliminaSei bravissima...poi quel condimento e superbo. Ritira pure i premi nel mio post e un piacere offrirteli. baci.
RispondiEliminaSei bravissima cara Anna, le tue orecchiette sono tutte perfette, lo sai che noi non abbiamo mai provato a farle? Mi sa che mi metto alla prova uno di questi giorni, mi piacerebbe farle con la farina integrale e condirle con ruchetta e pomodoro fresco tagliato a cubetti e saltato in padella. Mi è venuta una voglia incredibile!
RispondiEliminaUn abbraccio da Sabrina&Luca
Ti son venute benissimo...anche io le faccio ma non sono perfette!!
RispondiEliminafraiches et délicieuses, j'airai bien voulu y goûter!!!!un vrai bonheur
RispondiEliminabonne soirée
Tesoro, le orecchiette sono favolose e il "tavoliere" è stupendo! Sei bravissima, complimenti di cuore per la tua manualità!!!! Baci
RispondiEliminaPerfette le tue orecchiette: complimenti!
RispondiEliminaSai che invece da me in Basilicata c'è differenza tra orecchiette e strascinati!
Le orecchiette sono come le tue, invece gli strascinati sono dei grandi cavatelli aperti!
sai che pagherei oro per averle??? e con tutto quel sugoooo :-)))
RispondiEliminaGrande Anna!!!E' meraviglioso il tuo post!!!Quello che hai fatto è un capolavoro della tradizione della tua terra che merita di essere tramandato,assolutamente!complimenti e un abbraccio
RispondiEliminaMamma mia se sono buone!!!!!!!! sei stata bravissima.... :-))) smack!
RispondiEliminacredo che questa sia arte!
RispondiEliminanon ho mai provato a farle in casa, ma credo che si debba avere il dna giusto, a me i cappelletti, a te le orecchiette!!
la foto con quel sugo è stupenda!!
Che meraviglia! Io sono salentina e amo le orecchiette, soprattutto con le polpette al sugo... Purtroppo non sono capace di farle. Ci ho provato qualche volta, ma tutto mi usciva fuorché orecchiette! :-)Direi che tu, invece, sei proprio brava. Magari mi farai un corso di "strascinati" ;-)
RispondiEliminaHai visto che sono venuta a curiosare???
RispondiEliminaLe tue sono perfette ma anche quelle di mia mamma ,anche considerando la mancanza di esercizio, non sono male!!
Baci piccola maga!
Una piccola differenza c'è.
RispondiEliminaCambia leggermente la forma, ma materie prime e condimenti sono gli stessi.
Chiamateli come volete, strascinati, orecchiette, cavatelli, appartengono comunque alla stessa famiglia ed alla tradizione gastronomica appulo-lucana.
Ve lo dice uno di Milano, di discendenza pugliese.
Leo Spada