Siamo a domenica sera...piove ...dopo un giro, giusto per prendere un po' d'aria ( anzi d'acqua),
oziando come da comandamento e girovagando qua e là ....prima di abbandonare tutto e tuffarmi anticipatamente sul divano, meglio postare qualche idea magari per domani .
Questa ricettina rustica ancorchè contadina, è uno dei piatti tipici della mia regione, ma credo un po' di tutto il centro sud ,dove questo legume, ghiottissimo consumato fresco, è entrato prepotentemente anche nel consumo invernale poichè la sua resa nella coltivazione è talmente alta da permetterne anche la conservazione sotto forma di legume secco.
Sto parlando delle fave secche , che nel linguaggio allegorico hanno un ben preciso significato, ma che in cucina una volta decorticate, e sapientemente cucinate danno origine ad una crema vellutata e saporita che regalmente accompagna le verdure di campo o le cicorie .Sto scrivendo troppo e forse divago anche troppo e potrei annoiare non poco quindi passiamo agli ingredienti e alla preparazione prima che abbandoniate il campo per la noia.
INGREDIENTI
300 g. di fave secche decorticate
1 cipolla
1 ciuffo di prezzemolo
olio evo
sale e pepe
Ci sono varie versioni su questa preparazione ( con carota ,sedano, pomodoro) ma io prediligo questa molto semplice che esalta il sapore delle fave.
Sciacquare le fave con acqua tiepida e metterle in una pentola coprendole d'acqua per almeno due dita al di sopra. Metterle sul fuoco e aspettare che cominci a bollire; quindi con la schiumarola togliere la "schiumetta" che si formerà a galla, abbassare la fiamma quasi a minimo e versarvi sopra il prezzemolo tritato e la cipolla affettata. Cuocere così a fuoco dolce senza mai girare per almeno un'ora. Dico "senza mai girare" perchè in questo modo non si attaccherà sul fondo della pentola. Assaggiate le fave e se sono praticamente cotte, salare e pepare. Continuare la cottura finchè si saranno disfatte e se vi piace proprio liscia cremosa basteranno due "colpetti" di frullatore ad immersione. A noi piace che rimangano anche alcuni pezzi di fava. A fine cottura condire con olio crudo.
Accompagnare con verdura bollita e crostini di pane.
E' una bontà!!!
Ho appena pubblicato la stessa ricetta, ma servita con le bietole!
RispondiEliminaCHe unità di intenti!
carissima questo è uno di quei piatti di cui non mi stancherò mai!!! :-)
RispondiEliminaMia cara, il macco è la pietanza che ne deriva, o almeno credo! Mi informerò e ti farò sapere!
RispondiEliminaGrazie Zietta!cercavola ricetta su Internet e sei comparsa tu con il tuo fantastico blog.
RispondiEliminaSperimenterò favetta e ciorie in settimana!
Un abbraccio
Mazzy
ottimo questo piatto, uno di quelli che quando li mangi riesci a distingure singolarmente tutti i gusti: le fave, la cicorietta di campagna e l'olio crudo. OTTIMO
RispondiEliminaMa ho una domanda per voi: perchè questa pietanza è denominata in molti dialetti pugliesi con il nOme MARTNAIS
@ anonimo:
RispondiEliminaciao ti rispondo (avrei preferito un nome con cui scambiare "parole")...non ne sono sicura ma probabilmente questo termine ( che non è in uso qui nel nord barese) deriva dalla città di Martinafranca in valle d'Itria da noi è chiamata "favett' e cicuriedd"
Cara e dolce Fernanda
RispondiEliminaQuesta tua versione mi piace molto più della mia che ho postato oggi..
Ma sai, io l'ho preparata per la prima volta ...quando la mangiavo a casa non avevo problemi di sapere come effettivamente si preparava
Un bacissimo